La vicenda di Ippolita degli Azzi entra nel patrimonio dell’immaginario collettivo aretino grazie all’apporto di Giulio Anastasio Angelucci, in una esposizione all’Accademia aretina nel 1811 , ma soprattutto grazie all’opera divulgativa di Oreste Brizi. Apparsa nell’Almanacco Aretino per l’anno 1837 , la “novella storica” di Ippolita scaturisce principalmente dall’interpretazione e drammatizzazione dei versi della Cronica dei fatti d’Arezzo di Bartolomeo di ser Gorello; la medesima fonte, infatti, con malcelato orgoglio aretino, riferisce che, vinti i Ghibellini di Toscana, e soprattutto battuta la signoria dell’Ubertini, la stremata città di Arezzo resistette eroicamente alla dilagante devastazione operata dai fiorentini alle porte della città, che tosto venne posta sotto assedio: “(...) senza mura con stechata et fossa / difeso fui per donne et per vechi / ch’altri non m’era campat’a riscossa”
FOTOGRAFIE Alberto Santini e Maurizio Sbragi collaborazione fotografica di Fotozoom: Giovanni Folli - Claudio Paravani - Lorenzo Sestini - Fabrizio Casalini - Marco Rossi - Acciari Roberto