“Se non vi piace il rosso
cambiateci colore noi
siam di Colcitrone
baldoria si farà”
E’ questo l’inno di battaglia che accompagna il popolo del Quartiere di Porta Crucifera nelle loro festose scorribande nel periodo della Giostra del Saracino. E’ un messaggio di lotta che ha una storia datata 1937 anno XV dell’era fascista.
Il perché di queste note, gioiose e di protesta al tempo stesso, prendono origine da una uscita serale del Quartiere di Posta S. Spirito, rivale storico, per le strade del rione di Colcitrone. I gialloblu erano guidati, nella scorribanda, da un noto gerarca fascista che negli anni 1921-22 aveva riservato particolari “attenzioni” ad alcuni giovani di Porta Crucifera che però non avevano dimenticato il trattamento avuto a base di botte ed olio di ricino.
Quando il corteo dei quartieristi di Porta S. Spirito superò la piazzetta di Porta Crucifera, immettendosi nello scarsamente illuminato Borgo S. Croce ed i non più giovani superstiti colcitronesi dei fatti del 1921 si accorsero che alla testa del corteo “nemico” c’era il noto gerarca, sbarrarono il passo dando inizio alla…..”rissa”. Con il buio della strada crebbe la confusione, al termine del “parapiglia…..” un solo ferito fu medicato al pronto soccorso del vicino ospedale: il gerarca gialloblu!!.
La “rissa” ed il fatto che c’era stato “un solo ferito” non passò inosservato e la mattina successiva le autorità cittadine si riunirono sotto la presidenza del segretario della federazione fascista ing. Giovanni Romualdi. Furono ascoltati i dirigenti dei due Quartieri ed imposto a tutti che simili episodi non avessero continuità.
A Porta Crucifera Romualdi si rivolse minaccioso con queste parole: “se succede di nuovo non solo vi cambio il nome ma vi cambio anche colore!!!!”. Frase, lo capiranno dopo i dirigenti della Federazione, inopportuna ed infelice destinata, come si vedrà, a fare ….epoca!!!. Infatti la stessa sera il Quartiere di Porta Crucifera aveva da tempo preparato la tradizionale uscita.
Il Rettore, cav. Gino Paci, informò il numeroso e rumoroso gruppo rossoverde della minaccia del federale Romualdi. Il corteo parti dalla sede, allora ubicata in via dei Pescioni e come un passa parola, quando giunse nelle vicinanze di S. Spirito, cominciò ad intonare “se non vi piace il rosso cambiateci colore noi siam del Colcitrone baldoria si farà”.
Gli autori delle parole rimasero ignoti. Date le condizioni politiche di allora ci sembra plausibile. Ma quel grido altamente polemico in quel periodo storico della Giostra del Saracino, diventerà, con il tempo, il grido di battaglia del popolo rossoverde resistendo per la sua attualità fino ai giorni nostri.
Antonio Morelli