Quella domenica era una bella giornata, tutto filava liscio, il corteo storico, l’entrata in piazza, le prime carriere… fino a che il tempo non iniziò a guastarsi.
Al termine della quarta carriera il cielo diventò nero, l’araldo comunicò il punteggio ed immediatamente arrivò un temporale con uno scroscio d’acqua esagerata. Al termine dello scroscio il maestro di campo, i capitani e i rettori si riunirono per capire e decidere se continuare a correre giostra.
Nella discussione che ne seguì ci fu chi diceva che dovevano rimandare la giostra, ma il rettore di Santo Spirito di allora Assuero Pieraccini, il capitano di Sant’Andrea con Martino Gianni sostenevano che si poteva correre giostra.
In quegli anni la pista era fatta con terra presa a caso nelle cave e Ciuffino continuava a ribadire che non era possibile correre, ma su insistenza del maestro di campo e del rettore di Santo Spirito e dei due di Sant’Andrea consulta il nostro giostratore Marco Filippetti, che consigliava di non giostrare perché il cavallo dopo il buratto sarebbe potuto scivolare a terra. Ciuffino pressato, anche perché primo a tirare, dichiara al maestro di campo che avrebbe tirato al buratto, ma se eventualmente il cavallo fosse caduto per il terreno scivoloso ed il fantino avesse tenuto in mano la lancia il punteggio colpito gli fosse assegnato.
Maestro di campo e tutti gli altri componenti accettarono la richiesta di Ciuffino.
Filippetti corse la carriera, ma dopo il buratto il cavalo scivolò e cadde, ma Marco mantenne ben ferma in mano la lancia, al che gli altri partirono all’attacco del maestro di campo chiedendo l’annullamento del punteggio.
Ciuffino da gran capitano dopo aver discusso con il maestro di campo, si rivolse d’istinto alla magistratura, comandata dal dottor Cappelli, si sfilò la spada e la poggiò sul tavolo dicendo “Io ho chiesto che se il cavallo cadeva, mi fosse dato il punteggio colpito perché è impossibile restare in sella con quel terreno, i miei figuranti sanno questo e a questo punto io consegno la spada di comando ed a loro pensate voi!”
Il primo magistrato dottor Cappelli e il sindaco Vannucci gli risposero “Ma lei sa che sta facendo una forzatura?” e Ciuffino “Io ho fatto giostrare il mio fantino dietro assicurazione di quello che ho detto e siccome ora il maestro di campo su pressione degli altri quartieri mi vuole annullare la carriera, io declino la mia possibilità di guidare i miei figuranti”.
Dopo un conciliabolo fra magistrati e il sindaco, la Giostra fu rimandata alla settimana dopo e Ciuffino con i suoi cavalieri riuscì a portare la lancia d’oro al Quartiere.
Rodolfo Raffaelli